What we fight for

Ciascuna persona parla per sé.  Non siamo un ente o un’organizzazione formale, ma un’associazione di individui liberi.
La distruzione ambientale è chiaramente collegata al dominio del potere. Il capitalismo è un sistema in cui quei pochi che hanno il potere possono esternalizzare gli effetti negativi delle loro azioni sugli altri. Pochissimi traggono profitto dallo sfruttamento e dalla distruzione della terra, ma molti ne devono sopportare le conseguenze: il cambiamento climatico, la distruzione degli habitat dell’uomo e di altri animali, l’inquinamento dell’aria e del mare…..
Se a coloro che sono stati sfrattate dalle loro case, o a coloro che vivono nel sud del mondo con i loro luoghi di nascita inondati dal cambiamento climatico o devastati, si dovesse chiedere il consenso per bruciare il carbone di lignite, ciò non sarebbe mai successo. Solo perché alcuni (pochi) usano la violenza per il loro profitto, questa distruzione è possibile.
Pertanto, la lotta per la giustizia climatica è anche una lotta per un mondo senza governanti e libero dalle forze capitalistiche. Di conseguenza, la nostra lotta dovrebbe essere anche senza dominazione. Non abbiamo padroni o leader e cerchiamo di decostruire il più possibile le gerarchie. Il luogo per il quale combattiamo e che cerchiamo di proteggere dalla distruzione deve offrire spazio per l’emancipazione individuale per tutte.

 

Who we are

Sei anni fa abbiamo costruito la prima piattaforma sugli alberi per occuparla. Allora come oggi siamo un gruppo misto e colorato di persone. Ognun* qui è animat* da diverse ragioni, motivazioni, aspettative e idee di azione ma ci lega il desiderio di opporci allo sfruttamento dell’uomo e della natura. Qui vivono e agiscono persone con idee di vita le più varie: alcun* vivono qui da anni senza documenti né denaro, altr* vanno all’università mentre vivono qui, altr* ancora lavorano per conto di terzi per metà dell’anno e trascorrono l’altra metà qui. Il luogo si configura così: persone che vanno e vengono, costruiscono e creano, lottano e vivono. Non solo le.gli occupanti fanno parte di “noi”. Senza l’estesa rete di sostenitrici e sostenitori non sarebbe stato possibile mantenere viva l’occupazione. Questa rete si compone di giurist* e medici, gente del luogo con docce calde e un cuore grande e innumerevoli persone che, anche se non vivono qui, da casa loro fanno molto per lottare contro le miniere di lignite per un mondo più giusto!

The occupations

 

La foresta è occupata dal 2012.

Dopo lo sfratto dell’occupazione arborea nel settembre-ottobre 2018, dove sono stati evacuati e distrutti oltre 60 alberi, l’occupazione è ancora in fase di ricostruzione. I nuovi insediamenti si trovano sia nella parte orientale che in quella occidentale della foresta.

La maggior parte delle case sull’albero si trovano in villaggi di case sull’albero, il che significa che le case sull’albero sono collegate con passerelle. Usando queste, possiamo visitarci l’un l’altra senza toccare il terreno. Una casa sull’albero è uno spazio sicuro per persone di ogni genere. La casa sull’albero più alta della foresta è a 25 metri dal suolo. Più le case si trovano in alto, più difficili sono da sfrattare.

Il motivo per cui le case sugli alberi sono così efficaci, è che lo sfratto può essere davvero complicato. Questo vale però solo per le case occupate, gli alberi vuoti vengono semplicemente tagliati via. Quindi è importante accovacciarvisi per 365 giorni all’anno.

 


Su un prato ai margini del bosco si trova il “campo del Prato” (Meadow Camp). Funziona come base per l’occupazione delle case sull’albero, ha una cucina comune, una casa rotonda per le assemblee, una biblioteca e un museo. Poiché si trova su un terreno di proprietà privata, non può essere raggiunto dalla polizia o da guardie private senza un permesso giudiziario. Tra le case comuni ci sono molteplici roulotte e costruzioni in argilla che vengono utilizzate come spazi per dormire per le persone che vi abitano.

 

Repressions

We take a stand against environmental destruction, profit interests and state repression. State organisations try at all cost to stop our resistance. No matter whether they baste, fine or lock us up: With our solidarity we are stronger than them.

Trials

Trials and juristic affairs regurlarly keep us busy. Be solidaric and come to those events and show your support.
Events.

Groups against repression and prisons

In custody

Currently no one from the anti coal movement in the rhineland area is in prison. However worldwide many people are imprisoned for their employment against environmental destruction.

Be solidary & write letters:
List of prisoners

Info about repression

mostly german

Support other prisoners!

Here you find experiences and memory minutes of people, who want to share their repression stories with you. See also all entries of activists in prison.

Articles and reports on repression

“untenlasen” (suppress coal not protest)
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